mercoledì 13 luglio 2011

Media, sul web 1 italiano su 2 E i ragazzi si informano in Rete

La televisione resta "regina" dell'informazione ma cresce il "valore" di internet, percepito come un mezzo "più libero e disinteressato". Sempre in calo, invece, le vendite dei giornali. E' quanto emerge da un rapporto Censis/Ucsi su "I media personali nell'era digitale". La centralità dei telegiornali è ancora fuori discussione, visto che l'80,9% degli italiani li utilizza come fonte ma, tra i giovani, il dato scende al 69,2% avvicinandosi molto al 65,7% raggiunto dai motori di ricerca su Internet e al 61,5% di Facebook.

Cresce, inoltre, l'utenza di Internet, che nel 2011 sfonda la soglia del 50% della popolazione italiana, attestandosi al 53,1% (+6,1% rispetto al 2009). Il dato complessivo si spacca tra l'87,4% dei giovani (14-29 anni) e il 15,1% degli anziani (65-80 anni); tra il 72,2% dei soggetti più istruiti e il 37,7% di quelli meno scolarizzati.

Web e stampa. Si conferma - avverte lo studio - "il periodo di grave crisi attraversato dalla carta stampata. I quotidiani a pagamento perdono il 7% di lettori in due anni". Sono il 54,4% gli italiani che si accostano a mezzi a stampa, accompagnati o meno da altri media, diminuiti rispetto al 60,7% del 2009. Il 45,6% è estraneo a questi media, percentuale aumentata rispetto al 39,3% di due anni fa. "Che si tratti di persone che guardano solo la televisione oppure di raffinati acrobati del surfing su Internet - sottolinea il Censis - se leggono qualcosa lo fanno
solo attraverso lo schermo". Sono i giovani a "vivere abitualmente in rete" (l'84,6%) e sono proprio loro, con una quota del 53,3%, ad abbandonare maggiormente la lettura di testi a stampa (nel 2009 quest'ultima percentuale si fermava al 35,8% della popolazione giovanile).

Televisione. La tv resta il mezzo più diffuso: lo utilizza il 97,4% della popolazione italiana. Ma è avvenuto un ampio rimescolamento al suo interno, legato alla diffusione del digitale terrestre. L'utenza della tv digitale terrestre è aumentata di oltre 48 punti percentuali tra il 2009 e il 2011 arrivando al 76,4% della popolazione, ovviamente a scapito della tv analogica: -27,1%. La tv satellitare mantiene la quota dei suoi telespettatori (il 35,2% degli italiani). Cresce la web tv che "aumenta la sua utenza di ulteriori 2,6 punti percentuali nell'ultimo biennio (l'utenza complessiva sale al 17,8%), mentre la mobile tv rimane a livelli bassi, relegata a un pubblico saltuario e di nicchia (0,9%)". I giovani (14-29 anni) offrono un quadro diversificato: il 95% utilizza la televisione tradizionale (analogica o digitale terrestre), il 40,7% la web tv, il 39,6% la tv satellitare, il 2,8% l'iptv, l'1,7% la mobile tv. Anche l'ascolto della radio in generale rimane complessivamente stabile, sempre a livelli molto alti di utenza (otto italiani su dieci). Si rafforza l'autoradio, con il 65,2% di utenza, incrementando nell'ultimo biennio di 1,4 punti percentuali i suoi ascoltatori. Stabile l'ascolto della radio via Internet (8,4%) o tramite il cellulare (7,8%), in lieve flessione l'uso del lettore mp3 come radio (14,8%), che viene in molti casi soppiantato dall'utilizzo degli smartphone.

Giornali. Se i quotidiani a pagamento perdono il 7% di lettori tra il 2009 e il 2011 (-19,2% rispetto al 2007), la free press cresce di poco (+1,8%, salendo al 37,5%). I periodici resistono, specie i settimanali (28,5% di utenza), letti dal 36,4% delle donne e dal 20,4% degli uomini. Secondo la ricerca, è stabile la lettura delle testate giornalistiche on line (+0,5%, con un'utenza del 18,2%), che però - dice il Censis - "non si possono più considerare le versioni esclusive del giornalismo sul web, perché i diversi portali Internet di informazione contano oggi un'utenza pari al 36,6% degli italiani". Per il Censis tengono anche i libri, con il 56,2% di utenza, ma il dato si spacca tra il 69,5% dei soggetti più istruiti che hanno letto almeno un libro nell'ultimo anno, contro il 45,4% delle persone meno scolarizzate. Gli e-book non decollano (1,7% di utenza).

Giornalisti. Nonostante l'80,9% degli italiani li consideri molto o abbastanza informati, il 76,8% competenti e il 71,7% chiari nell'esposizione dei fatti, per il 67,2% i giornalisti sono poco indipendenti e per il 67,8% molto o abbastanza spregiudicati. Questo li rende poco affidabili agli occhi della metà della popolazione (il 49,8%). "Tra i giudizi negativi - scrive l'istituto di ricerca - spicca il dato sulle smanie di protagonismo dei professionisti dell'informazione, giudicate eccessive dal 76,3% degli italiani".

Palinsesi su misura. Indipendentemente, dall'uso del televisore il 12,3% della popolazione italiana attinge ai siti delle stesse emittenti tv per seguire i programmi prescelti; il 22,7% utilizza YouTube; il 17,5% segue programmi tv scaricati tramite il web da altre persone. Il dato relativo ai giovani che guardano i programmi su YouTube sale al 47,6% (il 20,1% lo fa abitualmente). Il 36,2% dei giovani, inoltre, segue programmi scaricati da altri (si tratta di ragazzi che si scambiano file tra di loro) e il 24,7% ricorre ai siti web delle emittenti tv. Nei programmi seguiti via Internet, musica (18,3%), sport (11,7%) e film (9,9%) sono ai vertici dell'interesse.

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